Raffrescamento: calcolo e durata della stagione

La sezione 6. dell’allegato A al D.P.R. 59 indica due metodi di valutazione delle caratteristiche dell’involucro edilizio volte a contenere il fabbisogno di energia per la climatizzazione estiva. Nello specifico, il punto 6.1 presenta un indice di prestazione termica dell’edificio per il raffrescamento (EPe,invol), espresso in kWh/m2anno, pari al rapporto tra il fabbisogno di energia termica per il raffrescamento dell’edificio (non è energia primaria) e la superficie calpestabile del volume climatizzato.

L’EPe,invol è un valore che non tiene conto dell’impianto termico e non è soggetto ai rendimenti di quest’ultimo. Non si parla pertanto di energia primaria ma di energia termica ideale; il dato viene presentato allo stesso modo (kWh/m2anno) per tutte le categorie di edifici. In questo articolo raggruppiamo alcune informazioni ed osservazioni sull’argomento.

Riferimento per il calcolo di EPe,invol, direttamente o attraverso (l’onnipresente) DOCET del CNR/ENEA, è la norma tecnica UNI/TS 11300-1: per ciascuna zona dell’edificio e per l’intervallo di tempo considerato (mese), l’energia termica richiesta per il raffrescamento, QC,nd, in condizione di raffrescamento continuo, è calcolata secondo una formula del tipo:

QC,nd = QC,gnhC,ls x QC,ht

dove:
QC,nd è il fabbisogno di energia termica sensibile per il raffrescamento o la climatizzazione estiva della zona considerata, [MJ];
QC,gn è la quantità di energia gratuita dovuta alle sorgenti interne ed alla radiazione solare, [MJ];
hC,ls è il fattore di utilizzazione delle dispersioni termiche (adimensionale);
QC,ht è la quantità di energia scambiata per trasmissione e per ventilazione tra la zona climatizzata o a temperatura controllata e l’ambiente circostante, [MJ].

Il fabbisogno di energia termica latente non viene considerato nella UNI/TS 11300 (solo la procedura della Regione Lombardia lo prevede).

Il calcolo dell’energia scambiata QC,ht e degli apporti QC,gn deve essere eseguito in maniera conforme a quanto indicato nella UNI/TS 11300.

Temperatura interna di progetto
Nel caso normale di valutazione di progetto o standard al temperatura interna è fissata come:

  • per tutti gli edifici o parti di edificio, ad esclusione di quelli appartenenti alle categorie E.6(1) ed E.6(2), si assume una temperatura interna costante pari a 26°C;
  • per gli edifici o parti di edificio di categoria E.6(1) – Piscine, saune ed assimilabili – si assume una temperatura interna costante pari a 28°C;
  • per gli edifici o parti di edificio di categoria E.6(2) – Palestre ed assimilabili – si assume una temperatura interna costante pari a 24°C.

Nota: la temperatura interna degli edifici adiacenti è fissata convenzionalmente pari a 26°C.

Durata della stagione di raffrescamento
Diversamente dalla climatizzazione invernale i cui limiti di durata della stagione di calcolo sono già fissati dal D.P.R. 412, per il raffrescamento non sono previsti limiti. Il motivo di quest’ultima regola è fin troppo ovvio dal momento che in particolari tipologie di edifici si può avere un carico termico per raffrescamento anche nel periodo invernale (ad esempio, centri commerciali).

La stagione di raffrescamento include tutti i giorni nei quali il trasferimento (positivo) di calore non riesce a compensare gli apporti gratuiti (solari ed interni):

Qe,day > Qint,set,Cday

Qgn,day
(Htr,adj + Hve,adj)tday

dove:
Qe,day è la temperatura media dell’aria esterna, [°C];
Qint,set,Cday è la temperatura di progetto per il raffrescamento, [°C];
Qgn,day è la quantità di energia dovuta ad apporti interni e solari, [MJ];
Htr,adj è il coefficiente di trasferimento del calore per trasmissione, [W/K];
Hve,adj è il coefficiente di trasferimento del calore per ventilazione, [W/K];
tday è la durata di un giorno pari a 86400 secondi.

Per quanto riguarda i dati climatici (temperatura dell’aria esterna ed irradiazione solare), è previsto che quelli forniti dalla UNI 10349 siano riferiti al quindicesimo giorno del mese: per stabilire i giorni limite si deve pertanto procedere per interpolazione lineare con i valori del mese adiacente.

Note sull’utilizzo del software MC Impianti 11300

  1. Diversamente da altri software che fanno coincidere i limiti di funzionamento in raffrescamento con la fine del riscaldamento (in pratica quando non c’è riscaldamento, è attivo il raffrescamento), il software MC Impianti 11300 determina la durata del periodo di raffrescamento secondo questa procedura. I limiti saranno pertanto assolutamente variabili e dipendenti dai dati di progetto (da nessun giorno all’anno completo).
  2. E’ ancora molto diffuso fra i progettisti il metodo di attribuire manualmente il valore della temperatura di un “locale a temperatura diversa” (ad esempio locali adiacenti non riscaldati). In questo caso ricordiamo che, senza interventi, la medesima temperatura di calcolo invernale viene utilizzata anche per il calcolo del raffrescamento annullando in molti casi l’effetto degli apporti gratuiti. Accade di frequente che, per modo di operare, il progettista inserisca per prima la condizione invernale (ad esempio 14°C ovvero ti-te=20-14) e la “dimentichi” anche per il raffrescamento estivo (ti-te = 26-14 ovvero con una o più pareti ad una temperatura di 12°C inferiore a quella del locale considerato …).
    Dalle ultime versioni è disponibile una griglia con la possibilità di inserimento della temperatura per tutti i mesi dell’anno. Ancora meglio, forse, la creazione di due righe (una per l’invernale ed una per l’estivo);

Bibliografia

  • UNI/TS 11300-1:2008 Determinazione del fabbisogno di energia termica dell’edificio per la climatizzazione estiva ed invernale
  • EN ISO 13790:2008 Energy performance of buildings – Calculation of energy use for space heating and cooling
  • Regione Lombardia: Allegato tecnico al Decreto n. 5796 dell’11 giugno 2009

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